Prima di tutto grazie per essere salito su questa nave. Salpiamo.
Essere figlio d’arte significa nascere con il mestolo d’oro in mano o con la farina già attaccata al grembiule. È quel titolo che ti assegna il diritto di dire: “Io sono cresciuto tra il forno e la cella di lievitazione, ho imparato a impastare prima di camminare”.
Ma tu? Tu non sei figlio d’arte! E sai che c’è? È anche meglio.
Perché hai preso il tuo destino a mani nude, senza ereditare lieviti madre altrui. Hai affrontato dieci anni di pizzeria, hai studiato, insegnato, e hai fatto della tua passione un mestiere senza l’alibi di un “cognome che lievita da solo”.
Quindi, se qualcuno ti chiede: “Sei figlio d’arte?”, tu puoi rispondere:
“No, forse lo sarà mio figlio”.
Essere figlio d’arte ha i suoi vantaggi: conosci il mestiere fin da piccolo, i clienti ti sorridono con aria complice, e magari erediti anche il forno e il grembiule macchiato di farina. Però, diciamolo, è un’arma a doppio taglio. Ecco perché forse è meglio non esserlo, non ti becchi mai il complimento solo per te.
“Sei bravo, ma tuo padre era un genio”. Il tuo successo è sempre visto come una “versione aggiornata” di qualcun altro.
Quando non sei figlio d’arte, ogni impasto ben riuscito è tuo al 100%. Se fai un pane straordinario, nessuno dirà che è merito del DNA. Nessun confronto. Nessun parente critico. Il tuo lievito madre può avere anche tre giorni di vita, e sarai comunque l’eroe della tua panetteria.
Quando sei figlio d’arte, il sapere ti viene spesso calato addosso: “Fai così perché si è sempre fatto così!”. È una tradizione, non una scelta. Se non lo sei, invece, ti devi conquistare ogni sapere: sbagli, ridi, migliori. Insomma, fai della tua ignoranza iniziale una forza. E vuoi mettere la soddisfazione di scoprire tutto da solo?
Soddisfazione con un sapore molto più buono. Forse perché, per una volta, l’impasto l’hai fatto solo tu.
Non sono figlio d’arte, e per questo ringrazio i miei genitori. Mi hanno donato qualcosa di ancora più prezioso: la libertà di scegliere i miei orizzonti. Mia madre, una donna cresciuta nella gabbia della figlia d’arte, mi ha insegnato, senza bisogno di parole, quanto sia importante trovare la propria strada, senza catene o aspettative imposte.
Ho trovato la mia arte in ciò che la farina crea, e l’ho resa interamente mia. È il mio omaggio a lei e alla libertà che mi ha dato.
Comprendo tardi il tuo sacrificio.
Riepilogando: dieci anni in pizzeria, cinque tra panificio e pasticceria, cinque nelle scuole professionali e mulini, non in quest’ordine ma tutti incastrasti, sovrapposti e tutt’ora in corso.
Sono un libero professionista, consulente d’arte bianca ed ho pubblicato due libri che parlano del mio lavoro:
Il lato oscuro della crusca, l’alchimia dell’arte bianca
Sette Croste, l’oblio del pane
Avremo maniera di affrontarli per bene.
Le presentazioni sono concluse, dalla prossima settimana si fa sul serio!
“Figlio d’arte”
Agenda settimanale dei corsi
• Lunedì 13 gennaio – Corso croissant sfogliati
Luogo: Peccati di Gola, Padova
Orario: 19:30 - 22:30
Tema: Impara i segreti per realizzare croissant perfetti, dalla sfogliatura alla cottura.
• Martedì 14 gennaio – Corso pizza in teglia
Luogo: COOKiamo, Treviso
Orario: 20:00 - 22:30
Tema: Scopri le tecniche per una pizza in teglia leggera e gustosa.
Lieviti e Parole arriva due volte a settimana. Una mail sarà gratuita per tutti, con storie, aneddoti e curiosità sull’arte bianca. La seconda sarà esclusiva per gli abbonati, con ricette dettagliate, approfondimenti e accesso alla community riservata.
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1. Ricette esclusive: Impara tecniche avanzate e scopri settimanalmente nuovi lievitati del mondo della panificazione, pizzeria e pasticceria.
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3. Scontistica su libri e corsi: Avrai diritto a codici sconto per i miei libri, corsi di formazione, attrezzature e materiale.
4. Supporto personalizzato: Suggerimenti e risposte alle tue domande tecniche direttamente dalla community o da me.
Abbonarsi a Lieviti e Parole significa entrare in un mondo dove il pane è cultura, passione e condivisione.
Ti lascio con questo dato statistico: il 50% dei panifici chiuderà entro il 2030. Non possiamo farci niente, l’unica cosa che possiamo fare è RICORDARE.